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cinemando arte e dintorni

la ricerca della felicità

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    zinz@n
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    utente cinemando
    jedi
    00 17/02/2007 20:12
    Chi ama Muccino amerà anche questo film; chi (come il sottoscritto) crede che Muccino sia un ottimo regista ma che nutra diversi dubbi sulle capacità di narratore continuerà ad avere i suoi dubbi.
    In questo caso il suo merito è quello di raccontare una storia assolutamente americana (la dura scalata verso la realizzazione del "sogno") senza enfatizzare troppo le componenti retoriche (tipiche in operazioni del genere) e di dirigere Will Smith nella sua migliore interpretazione dai tempi di "Alì".
    Il demerito "morale" è che, essendo una storia tipicamente americana, questo "sogno" cercato, questa "felicità" si raggiunge con la realizzazione "economica" di se stessi, inoltre ci sono un paio di snodi narrativi francamente imbarazzanti: la moglie si trasferisce a New York dopo mezzora di film scomparendo dalla vita del protagonista (e dal film in toto) in maniera decisamente repentina (fateci caso). Il percorso generale del film è alquanto "normale" e L'epilogo scontato ma ciò si riscatta con belle scelte di regìa (ma in questo sappiamo che Muccino è bravissimo) e un paio di sequenze in cui la disperazione del protagonista è veramente "sentita" (la nottata in metro per esempio).
    Nel bene e nel male si tratta di Muccino. A ognuno la propria idea.

    voto: 6
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    andrea997
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    maestro jedi
    00 20/02/2007 17:07
    visto e non troppo apprezzato.
    io non ho una gran stima di muccino come regista ed ho notato in questo film quello che ho visto anche in altri...l'esasperazione della disperazione.
    ti quoto in assoluto nel dire che WS sia stato superbo nell'interpretazione ma, cavoli, non è comunque un buon film.
    il sogno inteso come traguardo monetario è perfettamente in contrapposizione con la storia del protagonista, un uomo che pur non essendo di stato capace di portare avanti il matrimonio aveva idee vincenti...un brav'uomo che comunque -e quì la cosa si fa un po più melensa e non rimane avara- cerca di diventare ricco per il figlio.
    solo che in 2 ore di film gli succedono più cose che a wile il cojote!!!!!
    in certi punti mi veniva anche da ridere -beh in un film drammatico è ovvio ridere- vedendo l'ennesimo contrattempo e disastro.
    insomma storia esasperata che, girata meglio, avrebbe conquistato un buon posto nei miei film preferiti.

    un sei meno...meno.

    [Modificato da andrea997 20/02/2007 17.08]



    A cavallo dei Fotoni

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    hiara
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    jedi
    00 21/02/2007 10:54
    muccino sa coinvolgere ma coinvolege irritando. ho un astio particolare nei confronti del muccino-pensiero e del suo modo di approcciare gli usa tipico da italiano-arraffone (il racconto di come ha avuto l'"incarico" di girare il film, il cui soggetto principale-per fortuna?-non è opera sua). comunque avrò sicuramente l'occasione di vedere il film a breve. vi dirò.
    i simpatici mi stanno antipatici, i comici mi rendono triste
    http://blog.myspace.com/78117030
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    zinz@n
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    utente cinemando
    jedi
    00 21/02/2007 12:26
    Concordo totalmente con ciò che dice Andrea. "L'esasperazione della disperazione" sintetizza perfettamente. Rimane la sua straordinaria capacità di tenere il ritmo dei suoi film sempre a livelli elevati (cosa non disprezzabile se riferita al cinema italiano), solo che l'accanimento che ha verso i suoi personaggi irrita e dopo 5 film fa si che il gioco inizi a "puzzare".
    Sarà per questo che tra i suoi film quello che preferisco è "Come te nessuno mai" ? Semplice, fresco, senza pretese e soprattutto senza personaggi che si muovono e parlano come se indossassero una camicia di forza.