Uomini rossi? forse perchè accesi, perchè indecifrabili come il primo fuoco. Marco Bechis li esplora e li accarezza, intreccia trame usuali come l'amore adolescenziale e la violenza del padrone, e loro restano stagliati in primo piano ma ancora indecifrabili. L'abbrutimento, il bere, l'oscillare tra origini e modernità abbrutita sopra un campo piatto, senza foresta nè polmoni verdi di sorta. Bella la scelta del campo lungo che non rinuncia ad addentrarsi sui personaggi. bello che i pochi bianchi rimangano in ombra.
però... un pessimo doppiaggio che rende gli indios una parodia di se stessi e snatura ogni tentativo di abbandonarsi liricamente alla storia. ma sarà solo quello?
un po' approssimativi, quasi inutili, gli stessi personaggi padronali o sub-padronali (santamaria, meno peggio che in alcuni recenti e infausti doppiaggi)
interessante, ma solo accennato, il tema del suicidio
i simpatici mi stanno antipatici, i comici mi rendono triste
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