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Ratatouille

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    zinz@n
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    utente cinemando
    jedi
    00 10/11/2007 09:26
    Fateci caso, è evidentissimo. Basta scorrere tra le mani la lista dei film firmati Pixar da quando questa "branchia" della Disney (diventata in pochi anni più potente della Casa Madre tanto da dover obbligarla a farsi acquistare!) ha iniziato a sfornare lungometraggi per il cinema ("Toy Story" - 1996). Fatto? La scoperta è tanto semplice quanto inconfutabile. Tra le mani avrete l'unico "regista" che in questi 11 anni non ha sbagliato un film. E non parlo semplicemente di "brutti film" ma anche di film appena sufficienti. Non ce ne sono. "A bug's life", "Toy story 2", "Monsters and co.", "Alla ricerca di Nemo", "Gli incredibili", "Cars" e ora questo "Ratatouille". Le differenze con la Dreamworks sono evidenti. In questi ultimi film soprattutto, la Pixar ha quasi abbandonato l'aspetto più "epidermico" delle sue commedie in CG. Mentre in "Shrek" e compagnia è più tangibile il lato prettamente comico della vicenda (pur con le sue massicce e sanissime dosi di cattiveria), la Pixar ha iniziato, da "Nemo" in giù a guardarsi indietro e a confezionare prodotti che guardano più alla "meraviglia" dell'infanzia e della prima adolescenza che alle strizzate d'occhio per cinefili e per bambini cresciuti. In questo "Ratatouille" il discorso si fa ancora più evidente. Non c'è nient'altro da capire se non quello che sullo schermo viene rappresentato con incredibile leggerezza. Abbiamo una storia semplice e geniale: un ratto, appassionato di alta cucina, causa la fuga di tutta la sua tribù da una fogna di campagna e si ritrova nientemeno che a Parigi dove incontrerà un giovanissimo sguattero che non capisce un tubo di pentole e fornelli ma che lavora in un (ex) prestigioso ristorante. Il solito incontro-scontro, l'amicizia, il riscatto di entrambi. Tutto già visto, sentito, rappresentato. Eppure la magìa si scatena anche questa volta. Nelle quasi due ore di film (come "Cars", "Nemo", "Gli incredibili") il team Pixar capitanato da Brad Bird conferma la tendenza della Casa di recuperare la bontà dei sentimenti generale, la crescita del personaggio principale (presente in tutti questi film), il grado "zero" della favola (buoni e cattivi) anche a discapito di situazioni narrative fin troppo elementari. I critici parlano di Frank Capra, e chi ne ha visto qualche film non faticherà a riconoscerne il "tocco". Ultima nota: verso la fine, come tutti quelli che l'hanno visto, avrete sicuramente anche voi un sussulto. E' quello il momento in cui la magìa di cui parlavo prima è tangibile. L'idea alla base del film che è pura genialità. Perciò occhio al piatto che viene preparato dal topolino (la famigerata "Ratatouille" del titolo) e soprattutto a come questa viene "accolta" dal temibile critico gastronomico (che sembra un incrocio tra Andreotti e Battiato)...

    VOTO : 8 (forse gli preferisco "Cars" di un pelino... ma so gusti...)
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    hiara
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    jedi
    00 07/01/2008 01:37
    delizioso. ecco a chi somiglia quel critico, a Battiato (lasciamo perdere quella larva umana di Andreotti solo perchè il critico mi è simpatico). tra l'altro quel personaggio dice qualcosa di molto importante sul mestiere di critico, una frase che dovrebbe essere ascoltata fino in fondo soprattutto da coloro che dicono che la critica non serve a nulla (se si fermano solo alle prime parole però sembra quasi che abbiano ragione)

    siamo disposti a credere che un ragazzo roscio e imbranato sia un genio dellagastronomia perchè, forse, incarna il perfetto sogno alla "saranno famosi". non siamo disposti, eprò, a credere lo stesso di un essere "insignificante" e repellente. un essere che nell'assurdo il piccolo topo remy potrebbe rappresentare
    i simpatici mi stanno antipatici, i comici mi rendono triste
    http://blog.myspace.com/78117030
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    zinz@n
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    utente cinemando
    jedi
    00 08/01/2008 00:35
    ti quoto in pieno...

    ...aggiungo pure che l'ho visto per la seconda volta durante le vacanze e che, se possibile, mi ha emozionato ancora di più (si si, lacrime comprese...).
    Se non sarò un regista, da grande farò lo chef.
    [SM=g8278]