manuale d'amore 2

il sequel del film dell'anno scorso di veronesi.
quest'anno i temi toccati sono più profondi con alcune scene che rimarranno indelebili -nb non ho detto belle scene-
un film che per un certo verso è di denuncia e di propaganda in modo molto sottile.
le scene si dividono in 4 per un film di un paio d'ore.
scamarcio e la bellucci
fabio volo e...chi era lei?!?
sergio rubini e antonio albanese
carlo verdone e elsa pataky (che scusatemi tanto ma ha un cognome di tutto rispetto )
nel film raccontato da claudio bisio fanno la comparsa anche altre persone importanti tra cui fiorello e siria.

in sostanza meglio del primo e questo si becca un buon 6 1/2!

visto ieri sera. Il primo non mi aveva proprio entusiasmato, però apprezzavo l'idea di rinverdire un genere (commedia a episodi) decisamente sfruttato dal cinema italiano tra i '60 e i '70. Il collante del primo capitolo era quasi solo un pretesto mentre mi sembra che qui la trasmissione radiofonica di Claudio Bisio leghi in maniera più fluida i protagonisti delle quattro storie. Ed è forse proprio questo a rendere il film estremamente godibile: i protagonisti. Un cast letteralmente "da paura" più una serie di comparsate eccellenti va a comporre un affresco che tocca temi anche "seri" cercando di essere rispettoso di tutti e tutte, magari senza graffiare, ma anche senza essere moralistici. Gli autori rivelano in filigrana le proprie posizioni ed è un bel pregio: la coppia costretta ad andare a Barcellona per poter fare una sorta di inseminazione artificiale (illegale, per legge, in Italia) e i due gay che guardano alla Spagna per andare a sposarsi. Gli episodi legati all'eros e all'amore intra-generazionale la buttano più sulla risata ma mantengono una malinconia di fondo suggestiva che poi nel bel finale si rivela essere la chiave di lettura di tutto il film. Gli episodi risultano tutti credibili e tutti più o meno "compiuti" nonostante la durata "compressa" (circa 25 minuti l'uno)faccia "saltare" degli snodi narrativi che avrebbero meritato uno sviluppo maggiore. Ma ci si accontenta e si esce dalla visione soddisfatti. In quanto agli attori: Verdone, nell'episodio più comico, si affida alla sua "maschera" collaudata (e irresistibile) spalleggiato da una giovane (e splendida) attrice spagnola: Elsa Pataky. L'episodio con Fabio Volo e Barbora Bobulova si segnala per le schermaglie amorose tra i due (soprattutto la Bobulova, che sembra una giovane e nevrotica Margherita Buy, si scopre ottima attrice comica). L'episodio tra Scamarcio e Bellucci è forse un pochino più debole: si regge tutto sull'idea di mettere nello stesso letto i due sex symbol italiani più famosi degli ultimi anni, ma lla fin fine la strombazzatissima scena di sesso tra i due si esaurisce ben presto e senza troppi sussulti. Rimane l'episodio migliore: Rubini e Albanese sono due gay che vorrebbero sposarsi. Tra loro, rimane il rifiuto della famiglia di uno dei due e i problemi di "coscienza" che spesso affiorano nella coppia.
Insomma un film da vedere comodamente sul divano, scritto discretamente ma ben diretto e interpretato, con in più il bel pezzo di Elisa che fa da filo conduttore musicale...

Mi sbilancio. VOTO: 7

a me ha fatto abbastanza schifo.
episodio 1: ridicolo
episodio 2: isterico. hanno isterizzato anche un'attricetta niente male come la bobulova
episodio 3: irritante, offensivo
episodio 4: patetico. la moglie succube, la figlia coatta e verdone che ancora si illude di poter piacere alle ragazzine.

certo, si lascia guardare...anzi, ti ingurgita nella sua bruttezza
colonna sonora stucchevole

vabbè dai.... senza esser troppo cattivi... nei due giorni seguenti mi sono "disintossicato" (senza offesa) andando a vedere "4 mesi, 3 settimane, 2 giorni" e "Il vento fa il suo giro"... ma ogni tanto una visione come quella fa bene (per lo meno a me:). Ho trovato molto più irritante "Notte prima degli esami", "3 metri sopra il cielo" o "Cemento armato": quando un film vorrebbe essere una cosa (commedia, sentimentale, noir) e non riesce nemmeno ad avvicinarcisi... "Manuale d'amore" invece per lo meno gioca a carte scoperte: l'unica sua ambizione (frustata, ma più nel primo che nel secondo capitolo) è di cercare di dire alcune cose importanti sull'amore finendo per mettere in bocca ai suoi personaggi definizioni a buon mercato e frasi stereotipate. Sorvolando su questo (e il secondo capitolo infatti indugia molto meno nello "spiegare" il significato di ciò che succede) rimane quello che vuole essere: commedia dolceamara senza pretesa alcuna se non quella di far passare 2 ore tranquille a chi andrà a sborsare 7 euro e mezzo il sabato sera. Se sono contenti quelli che l'hanno visto al cinema, figurati io che l'ho scaricato!:) (scherzo, ovviamente)