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Il divo

Ultimo Aggiornamento: 18/09/2008 10:12
08/06/2008 14:19
 
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un film di sorrentino che racconta e romanza uno spaccato d'italia da trentanni ad oggi, dal punto di vista di giulio andreotti.

il mio punto di vista è particolare e punta più alla regia che alla storia in quanto, quest'ultima, non è più di tanto recensibile ed interpretabile.

l'impatto che ho avuto è di un immagine grottesca, al limite della satira...un'americanismo profondo nella presentazione dei personaggi con pochissimi stralci dell"italia" vera.
i politici resi tutti "Divi" che si intrecciano scavalcandosi e prendendo posto nella scena tra i molti primissimi piani quasi a voler andare oltre a quelle "facce" e superarle per seguire ciò che c'è dentro...entrare nei cervelli ed ispezionarli.

le musiche sono un contorno profondo, a volte pesante a volte ironiche ed accompagnano nei vari stralci di racconto, enfatizzando le immagini.

lo stile americano lo si sente per tutto il film -parlo sempre della regia eh- ed ha un apice in un monologo di Andreotti sul bene e sul male...molto costruito, poco spontaneo...preparato a tavolino.

il film è bello, è ben raccontato e si segue benissimo ma non saprei che voto dare...forse dovrei prima rivederlo =)

giudizio positivo comunque.



A cavallo dei Fotoni

Se ti fa stare bene...C'hai ragione te!

10/06/2008 21:40
 
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bella recensione andrea! (a parte un'americanismo)

il divo è un'incursione ancora più profonda di paolo sorrentino nel grottesco...grottesco contronato da stilemi, didascalie, fotografia "dipinta" di intensità notevole, come sempre. Eppure, nonostante quel didascalizzare, additare, dettagliare, nel grande teatro rimangono vuoti e curiosità incolmabili per chi, nel '92, giocava con le barbie.
servillo bravissimo nel rendere le sfumature di un personaggio impossibile da drammatizzare, nel suo piattume affettivo, nella sua bidimensionalità caricaturale e apparente. si aprono mille dimensionie spiragli attorno a quel corpo deformato per esigenze attoriali, ma tutto viene ricacciato indietro dalla violenza, dal sogno, dalla divagazione che qui mi sembra meno strutturata e profonda, più "modaiola" se vogliamo.
peccato, perchè alcune scene sono pregevoli, alcuni dialoghi hanno una forza feroce. ma il collante non riesce ad avere quella cupezza, quella bellezza che aveva "le conseguenze dell'amore" e in parte "l'amico di famiglia"
i simpatici mi stanno antipatici, i comici mi rendono triste
http://blog.myspace.com/78117030
15/06/2008 11:56
 
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Sotto certi aspetti mi ha deluso un po’, credo che uno come Servillo potesse essere impiegato meglio. A volte mi pareva di vedere, nella maschera troppo forzata forse, l’imbecille del Bagaglino. E forse è vero, lascia un po’ troppo all’interpretazione qua e là, e chi non s’è perso per i meandri della storia d’Italia del dopoguerra poco può interpretare. Comunque un film da considerare, tenendo presente però che Sorrentino ha fatto molto meglio. Ma tenendo anche presente tutti i “rischi” che comporta un soggetto simile, ricordiamoci che stiamo parlando di un personaggio che è una sfinge e che accompagna (oserei) la storia dell’umanità…
Bigazzi…che dire, Bigazzi è Bigazzi!
Le musiche, alcune molto belle, hanno aiutato tantissimo pleonasmi che forse volevano sconfinare nel surreale, ma mi propongo di rivederlo per magari capire meglio queste dilatazioni.
E poi volevo aggiungere:

(a parte un'americanismo)


Andrè, ma ti fai cazziare pure qua..? (eh eh )










Ah, tutto accade una volta soltanto,
ma una volta, sì, deve accadere.
Per valle o monte, per prato o per campo
devo svanire, per sempre tacere
be water my friend

15/06/2008 12:26
 
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Re:
mistermoog, 15/06/2008 11.56:



(a parte un'americanismo)


Andrè, ma ti fai cazziare pure qua..? (eh eh )



ma come ti permeti mistermooguccioucciolino mio?
io l'itagliano me lo sono insegnato bene, a me mi piace scrivelo in cuesto modo!

(huhuhuuh)
[SM=g8113]



A cavallo dei Fotoni

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01/08/2008 04:31
 
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D'accordo con Hiara e Andrea.
A me questo film ha impressionato profondamente.
Uscito dal cinema mi tornava in mente "Il caimano", che considerai, all'uscita, un film importantissimo e davvero bello. Ecco, "Il caimano" ci parla dei nostri ultimi 25 anni, parla di noi, di come siamo diventati. "Il divo", invece, parla di "loro" e lo fa con un ghigno malefico e allo stesso tempo sornione, con un'attenzione alla dimensione umana ma anche con un guidizio, tra le righe, netto, asciutto, utopistico se vogliamo (la tanto criticata scena della confessione nel sogno). Infine, "Il divo", propone uno "sguardo" (ed in questo ha molte affinità con GOMORRA) ed è uno sguardo che viene dal futuro, uno sguardo cupo, annullato dagli spazi larghi in cui si va a perdere la macchina da presa (mentre Gomorra va a setacciare ogni anfratto polveroso degli spazi che descrive). Incipit e finale fulminanti e tante sequenze in cui si respira un cinema studiato, magari programmatico, ma capace di restituirci uno stile, quello di uno dei migliori registi (il migliore ?) dell'ultima generazione. Un film "pop", ma dal contenuto nerissimo.

voto: 9
18/09/2008 10:12
 
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Io concordo con Andrea sull'americanismo e posso anche concordare con chi ha detto che è stato un pò deludente.
Personalmente il film poteva essere costruito diversamente, in modo meno pesante e grottesco. Va bene sarebbe diventato forse troppo ordinario, ma l'Italia è ORDINARIA.


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